“Saluto alle donne friulane”

“Lotta e lavoro” | Anno VI – Numero 23 | Martedì 30 maggio 1950 | Edizione straordinaria per il Cormor
“Sono napoletano, sono “terrone”, così come è napoletano e terrone il commissario Gallo. E napoletani e terroni sono quasi tutti i dipendenti del commissario Gallo. Noi tutti conosciamo la miseria del sud: questo ci accomuna. Ma il commissario Gallo bastona i disoccupati e le donne della Bassa Friulana che chiedono lavoro. Questo ci divide. So bene che egli dice di eseguire gli ordini ricevuti: è la sola verità che sappia dire a sua discolpa. Purtroppo anche Scelba, che impartisce gli ordini, è un terrone. Lunedì, sull’argine del canale nella zona del Cormor, i militi della Celere hanno percosso madri, sorelle, spose che a Napoli o a Palermo, a Bari o a Caserta sarebbero state le loro madri, le loro sorelle, le loro spose. Questo ci divide. Non si lanciano bombe a gas contro le donne che hanno lasciato a casa i loro figli mal nutriti per andare a sostenere la lotta dei loro uomini che chiedono lavoro. Un gesto simile è reato contro la famiglia: contro la loro famiglia. Le donne che lunedì sera piangevano di rabbia “sentivano” questo: che qualcosa era stata offesa nel profondo, che era accaduto sull’argine del canale un fatto disumano, imperdonabile. Nel salutare le donne della Bassa, vorrei convincerle che i commissari Gallo non rappresentano gli uomini del Sud. I braccianti del Sud, gli operai del Sud, sono con voi, donne del Friuli: e sono con voi anche i loro morti, uccisi sulle terre dei baroni e dei miliardari che danno ordini a Scelba, a guardie, ai poliziotti che se non fossero lì ad aggredirvi sarebbero anche essi dei disoccupati. Tutti i lavoratori sono con voi, tutti i lavoratori sanno con certezza che voi vincerete, che i vostri uomini vinceranno, perché voi avete ragione. Noi chiediamo, voi chiedete lavoro. È il nostro dovere, è il nostro diritto. Chi ora percuoterà solo perché vogliamo essere inermi, offende la legge, offende una legge che noi sapremo, anche nel vostro aiuto, far rispettare nel nostro Paese. UGAR”
Massimo Somaglino legge “Saluto alle donne friulane” di Ugo Arcuno “UGAR”
in “I giorni del Cormôr. Maggio 1950: la Bassa Friulana alza la testa. Dramma storico-didattico in quattro atti con quattro intermezzi musicali, di P. Visintin, Kappa Vu Edizioni”